“Storie da (non) raccontare”: essere trasparenti è (quasi) sempre una buona scelta
Non eravate presenti a “Storie da (non) raccontare”? Nessun problema: per chi non c’era, ma anche per chi lo scorso 6 giugno è stato insieme a noi qui a DumBO, ecco il racconto del nostro evento d’agenzia, durante il quale abbiamo parlato di washing, comunicazione consapevole e nuovi linguaggi insieme a 5 personalità di spicco.
L’inizio della storia
C’era una volta Be Open, la nostra agenzia di comunicazione che si occupa di storytelling e tematiche sociali, fatta di diverse professionalità che spaziano dal giornalismo, al copywriting, dall’art direction al social media management, dal podcasting alla regia di video e documentari.
Da un po’ di tempo, sentivamo che era arrivato il momento di comunicare al mondo che qualcosa era cambiato – nuove facce e nuovi progetti che hanno portato a nuovi orizzonti e a nuovi obiettivi – e di raccontare, raccontandoci, i nostri traguardi e progetti per il futuro.
Così è nato “Storie da (non) raccontare”, un evento che, attraverso le voci di ospiti d’eccezione, ci ha permesso di affrontare alcuni temi di attualità che fanno sempre più parte del nostro lavoro e ci chiedono di prendere una posizione sia come persone sia come professionisti e professioniste della comunicazione.
Cosa vuol dire oggi comunicare?
Quando è importante esporsi? E, soprattutto, quali sono le storie da (non) raccontare? Su questo e molte altre tematiche ci hanno raccontato la loro la semiologa Giovanna Cosenza, il digital journalist Francesco Oggiano, il copywriter e direttore creativo Giuseppe Mazza, l’autore e conduttore radiofonico Matteo Caccia e la fumettista Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti.
La fine dell’inizio
Che dire: per noi, è stato un successo. L’atmosfera nella Baia di DumBO, la partecipazione del pubblico, la potenza degli argomenti affrontati e, a corredare il tutto, l’affluenza ai nostri corner interattivi “Be Social”, “Be Loud” e “Be Public(s)”, ci hanno lasciato senza fiato. E anche se abbiamo ormai girato l’ultima pagina di questo capitolo, la fine non è che l’inizio di una delle tante “Storie da (non) raccontare” che scriveremo insieme a voi nei prossimi mesi.
In ogni caso, qui vi lasciamo delle chicche inedite per (ri)vivere un po’ l’evento:
Una galleria di immagini della serata che valgono più di mille parole
Un video sulle interviste social che vale più di mille immagini
E una selezione del podcast sulle unpopular opinion che vale tutto.
Perché, come abbiamo imparato a “Storie da (non) raccontare”, essere trasparenti è (quasi) sempre una buona scelta.